ASSETTI ISTITUZIONALI E PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI
L’idea di sviluppo locale – dal basso, fondato sul metodo della partnership pubblico-privata e sul potenziamento delle reti, in chiave sia orizzontale sia verticale, e ispirato ai principi dell’equilibrio dinamico, della diversità come risorsa e dell’armonia – su cui il CeDoc fonda le proprie iniziative di ricerca e intervento non può in alcun modo prescindere dal tema della cosiddetta “qualità della democrazia” in vista di un arricchimento del modello rappresentativo con quello deliberativo e partecipativo.
Questa “cornice di senso” impegna l’attività del Centro, nel concreto, nello studio e nell’intervento, da un lato, sui modelli di governance (di rete e multi-livello), ma, dall’altro, anche su quelli, complementari ai primi, di government, cioè degli assetti istituzionali meglio adeguati a favorire e/o rafforzare i processi di sviluppo locale.
Muovendo da un’idea di territorio come entità più geo-culturale che geoamministrativa, lo sforzo è rivolto all’individuazione di un «assetto a geografia istituzionale variabile» che studi e sperimenti la possibile pluralità, in coerenza con le specifiche esigenze territoriali, di modelli (Città metropolitane, Unioni di Comuni, varie forme di governo intermedio, comprese le Province radicalmente riformate, ecc.) destinati al governo delle aree vaste, intermedie ai due essenziali poli costituiti dai Comuni, da un lato, e dalle Regioni (o macro-Regioni), dall’altro. Ciò implica che si affronti il tema delle pubbliche amministrazioni – la cui lettura in termini non più di “monoliti” bensì di “pluralità” costituisce un dato ormai definitivamente acquisito – e dell’efficacia della loro attività (che rinvia al pluralismo delle razionalità che le ispirano) nei processi di governance, nel quadro dei principi organizzativi di flessibilità e adattabilità.
ORGANIZZAZIONE E VALUTAZIONE DEI SERVIZI
La consapevolezza delle differenze anche sostanziali che contraddistinguono i diversi comparti delle pubbliche amministrazioni – a cominciare dalla mission, per proseguire sul piano dei modelli organizzativi e procedurali, delle competenze professionali di chi vi lavora, delle risorse tecnologiche, e così via – si accompagna, a partire almeno dell’ultimo
quarto del ‘900, alla “scoperta” dell’enorme peso che la spesa pubblica riveste nei processi di sviluppo nazionali.
Si tratta di problemi “esplosi” con forza in tutti i Paesi occidentali avanzati e che trovano ampia atten-zione da parte dell’Ue. In questo quadro, le innumerevoli questioni connesse all’organizzazione e alla valutazione dei servizi hanno finito per assumere quasi il ruolo di cartina al tornasole di un percorso virtuoso oggi non più rinviabile per le pubbliche amministrazioni.
La loro centralità in tutti i temi della governance locale sollecita l’esigenza di ricorrere a nuovi modelli gestionali e a più efficaci strumenti di controllo che consentano di fronteggiare le diverse forme di competizione che si delineano sul territorio. In questo quadro, che inevitabilmente rinvia ad una straordinaria varietà di temi e problemi, l’elenco delle iniziative al centro dell’attenzione dell’area denominata «Organizzazione e valutazione dei servizi» spazia dai processi decisionali improntati a strategie istituzionali di rete e politiche pattizie – rafforzate da percorsi guidati di autovalutazione e di apprendimento organizzativo – all’analisi delle politiche organizzative e all’interpretazione dei fenomeni ad esse correlate; dalle strategie innovative di gestione e di ingegneria dei processi operativi finalizzati alla produzione o erogazione dei servizi – telelavoro, e-government, ecc. – allo sviluppo di reti strategiche all’interno di contesti multiattoriali; dai sistemi di valutazione e controllo – controlli interni, valutazione del personale, valutazione della qualità, ecc. – allo sviluppo delle tecniche manageriali – Management by Objective, Knowledge Management, Performance Management, Project Management, ecc; dallo studio dell’evoluzione quali-quantitativa del pubblico impiego, alla pianificazione e formazione delle risorse umane – benessere organizzativo, comunicazione interna, gestione dell’outplacement, ecc.
CITTADINANZA ATTIVA
Nella prospettiva della governance – il complesso sistema di relazioni e responsabilità che, nelle democrazie rappresentative, caratterizza il rapporto tra gli attori istituzionali chiamati ad assumere decisioni vincolanti e i destinatari delle decisioni stesse – è quanto mai appropriato che un Centro di ricerca universitario dedichi un’attenzione del tutto particolare (e trasversale ai propri campi di attività) al tema della «cittadinanza».
La filosofia che ispira le azioni poste in essere dal CeDoc in questo ambito riguardano il superamento del modello di relazioni tra enti erogatori di servizi ed utenti basato principalmente sulla citizenship (titolarità di diritti e doveri dei cittadini in quanto membri di una data comunità) a beneficio di un modello di relazioni basato sulla citizenry che implica, da parte dei cittadini, l’esercizio e la tutela attiva dei propri diritti/doveri, passando cioè dall’essere cittadini all’agire da cittadini.
Operando in una dimensione politico-geografica che vede la Sicilia parte importante dell’UE, è necessaria una particolare declinazione del tema in chiave europea, dove un ruolo strategico è rappresentato dal tema della cittadinanza responsabile, promosso e valorizzato dall’Unione: educare ad una cittadinanza democratica significa diffondere valori universali come la democrazia, la dignità umana, la libertà, il rispetto dei diritti umani, la tolleranza, l’uguaglianza, la legalità, la solidarietà, la cooperazione.
Si tratta di evidenziare, più che di ridurre, la complessità delle questioni legate alla cittadinanza, intesa – oltre che come status – come processo; si tratta quindi di attivare una pratica che guarda ai comportamenti che attualizzano i diritti astrattamente riconosciuti.
È questo il quadro di riferimento nel quale si collocano le attività del CeDoc che rientrano nell’area denominata «Cittadinanza attiva». Alcune di queste attività hanno carattere “trasversale” e di supporto a specifiche iniziative poste in essere da altre aree (tipico, ma non solo, il caso delle attività nel campo della Corporate Social Responsibility o Responsabilità Sociale delle Imprese). Altre attività sono invece specificamente dedicate. Tra queste ultime, in particolare, rientra quella denominata «Laboratori della cittadinanza», che consiste in un percorso, in un contesto di role playing e di simulazione guidata, di elaborazione e redazione di un progetto, secondo i canoni della progettazione europea, da parte di studenti degli istituti di istruzione media superiore.